ALL'OMBRA vis artis non vilis aqua sed vinum

ABBOMINEVOLI ABBINAMENTI

mercoledì, gennaio 31, 2007

EDGAR ALLAN POE


Edgar nasce a Boston il 19 gennaio del 1809 di attori girovaghi che lo lasciano orfano dopo soli due anni. Viene preso in custodia da John Allan e dalla sua moglie a cui Edgar sarà sempre legato. Dopo un soggiorno in Inghilterra di 5 anni, torna in America e si iscrive all’università della Virginia. Ne fu cacciato, nonostante gli ottimi voti, per gioco e alcolismo. Inizia a pubblicare poesie. Lavora con successo come giornalista. Nel 1835 sposa sua cugina, Virginia Clemm, allora quattordicenne. Nel ’38 pubblica l’unico suo romanzo: “Le avventure di Arthur Gordon Pym. Le vicende economiche, dapprima alterne, poi sempre più disastrate, per l’alcolismo ed il gioco, lo prostrano profondamente. La moglie muore di tubercolosi nel ’47. Il 3 ottobre 1849 viene trovato esanime in un vicoletto di Baltimora. Portato in ospedale, vi morirà dopo quattro giorni, senza riprendere conoscenza. I particolari non sono mai stati chiariti.

La sua figura ha ispirato tanti poeti, su tutti Mallarmè, che aveva tradotto in francese i “POEMS”, terza raccolta di poesie. A lui dedicò un famoso sonetto. “Le tombeau d’Edgar Poe, che qui riporto.

Tel qu’en Lui-même enfin l’éternité le change,

Le Poète suscite avec un glaive nu

Son siècle épouvanté de n’avoir pas connu

Que la mort triomphant dans cette voix étrange !

Eux, comme un vil sursaut d’hydre oyant jadis l’Ange

Donner un sens plus pur aux mots de la tribu

Proclamèrent très haut le sortilège bu

Dans le flot sans honneur de quelque noir mélange.

Du sol et de la nue hostiles, ô grief !

Si notre idée avec ne sculpte un bas-relief

Dont la tombe de Poe éblouissante s’orne

Calme bloc ici-bas chu d’un désastre obscur,

Que ce granit du moins montre à jamais sa borne

Aux noirs vols du Blasphème épars dans le futur



Come lui stesso l’eternità lo cambia

Il poeta risuscita con una nuda spada

Il suo secolo spaventato per non aver compreso

Che la morte trionfante in quella diversa voce

Come orrido balzo d’idra che ode l’angelo

In senso più puro alle parole usate

Costoro proclamarono che bevve d’un sortilegio

All’onda senza onore di nero intruglio

Del suolo e dell’ostile nube, folle accusa!

Se l’idea non può scrivere su lastra

Della tomba di Poe sfolgorante di suo

Fermo blocco caduto qui da oscuro disastro

Che questo granito qui caduto da disastro cupo

Almeno segni il confine ai neri

Voli della bestemmia sparsi nel futuro.

Dal 19 gennaio, compleanno di Poe, del 1949, centenario della morte, alle tre di notte, un figuro nero vestito, entra nel cimitero di Westminster Hal di Baltimora, Maryland. Depone sulla tomba del poeta tre rose rosse e mezza bottiglia di Cognac. Le tre rose rappresenterebbero Edgar, sua moglie Virginia e sua suocera-zia, Maria Clemm

Noi al sommo genio brindiamo!!!!!!!! Stappiamo una preziosa bottiglia di MARTELL CREATION

Con invecchiamento minimo di 50 anni!!!!! Ma solo mezza bottiglia, obiouvly! Prosit Pronobis!

P.S. Nel 2005 è uscito un romanzo di Matthew Pearl, "L'ombra di Edgar". Racconta la storia di un estimatore di Poe che vuole far luce sulla misteriosa morte del poeta. Per farlo decide di avvalersi dell'opera di Auguste Dupin, l'investigatore inventato da Poe nel racconto "I delitti della rue Morgue", scritto nel 1841: pas mal!!!

sabato, gennaio 06, 2007

ANNO NUOVO!


Le feste finiscono ed incomincia un periodo di tristezza: delusione e perdita di fiducia che generano sofferenza. Ormai l'attesa del futuro non genera più sentimenti di speranza e desiderio. Siamo schiacciati dal presente, incerto e balordo. Ci sentiamo soli, disorientati, senza guida e senza autorevolezza. Il fulcro dell'agire umano, il desiderio, scompare. Il consumo sostituisce le angoscie. i deliri e le passioni. Sola possibiltà di salvezza è lo sviluppo dei legami con gli altri. In agguato la fatalità che è ciò che incontriamo quando si sfugge al proprio destino. Siamo soli al mondo. Noi attendiamo il nostro angelo biondo. Tenero, fragile ed appassionato. Deciso. Sorridente. Al nostro fianco. Per questo gli vogliamo bene! Beviamo un brut rosè, anche se lei non beve. Prosit!